mercoledì, settembre 03, 2014

RISTORANTE "IF" - ROMA

"Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!"...

Questa è l'ultima parte della bellissima poesia "IF" di Rudyard Kipling, la cito perchè il ristorante che vi racconto in questo post è nato ispirandosi proprio a queste stupende parole.
Questo locale è situato all'interno di un tennis club e quindi, al momento, è riservato solamente ai soci.
Ma la cosa bella è proprio questa! Vi aspettereste mai di mangiare la vera, gustosa, romantica, immortale cucina romana, quella con la R maiuscola, in un tennis club??
All' IF succede proprio questo.
Il titolare è il mio grande amico Marco, che insieme al suo socio-migliore amico ha rilevato il tennis club Kipling (2 ettari meravigliosi nella campagna romana vicino via della Pisana -in realtà in quest'area di Roma ci sono ben 2 riserve naturali, la riserva dei Massimi e la riserva della Valle dei Casali- con tanto di piscina). Marco, per professione, si è sempre occupato di cibo e adesso, oltre a reggere ottimemente la delegazione APCI di Roma, si occupa personalmente del ristorante.

L'asso, anzi, gli assi nella manica di Marco sono sicuramente gli chef. Padre e figlio, si chiamano Mauro Evangelista (il padre) e Mattia (il figlio). Mauro, trasteverino DOC, ha la cucina romana nel sangue. E la sta trasmettendo, come una grande eredità, al giovane Mattia, neodiplomato alla scuola alberghiera ma già ottimamente a suo agio in cucina.
Ho avuto la possibilità di mangiare all'IF durante il consiglio nazionale dell'APCI. Durante la pausa pranzo, Marco e i suoi chef hanno preparato un buffet a base di specialità romane, e si sono davvero superati: per iniziare, come antipasto, pecorino romano, prosciutto, fantastiche coppiette (o coppiole) di maiale.
E poi , come direbbe Albertone Sordi, gli "umidi" : fagioli con le cotiche, trippa alla Romana e coda alla Vaccinara.




Guardate il colore, quel rosso vivo di un pomodoro cotto a puntino, quella trippa sugosa e invitante. E non riesco a descrivervi il profumo della menta. Mai sentito una trippa alla romana così equilibrata! Davvero da applusi!


E di questi fagioli con le cotiche ne vogliamo parlare? Le cotiche erano perfettamente cucinate (si devono quasi sciogliere in bocca) e insaporite da questi fagioli così densi e cremosi! Davvero una leccornia! Roba da finirsi un kg di pane con un solo piatto!! Pe fà la scarpetta, naturalmente!



E poi Marco, non soddisfatto, tira fuori dal cilindro il piatto forse più identificativo della grande cucina romana : gli spaghetti cacio e pepe! Se siete appassionati di cucina saprete bene che oggi il "cacio e pepe" è diventato un must. Questo piatto impegna chef di tutte le razze e categorie, dall'oste di campagna al 3 stelle michelin. Ma non tutti riescono a farlo, perchè nella sua apparente semplicità è invece un piatto dove la tecnica e soprattutto l'istinto devono guidare la mano del cuoco. Ebbene Mauro, questo istinto, quell'istinto trasteverino-romano, ce l'ha tutto. E il suo cacio e pepe, armonioso e colmo di quella saggezza tipica della cucina antica, è da applauso. Cremoso, pepato, pecorino e pepe dosati quasi matematicamente, per una perfetta simbiosi di sapore e gusto, senza nessun disequilibrio. Siamo alla standing ovation!!!



E per finire, stavolta davvero, Marco ci offre questi dolcetti fatti di pane cotto al forno (il pane lo fa il fratello di Marco, grande fornaio!) e poi affogati nella nutella! Non ne ricordo il nome, le chiamerò "scrocchiarelle": sono il ricordo ancestrale del pane e nutella, rovesciato, delle nostre merende e delle nostre mamme.

Insomma, se devo dirvi la verità non mi aspettavo una full immersion così bella, commovente, nella cucina romana di qualità! Bravissimo Marco, bravissimi gli chef!!

Vi lascio il link al loro sito internet, se riuscite fateci un giro perchè merita davvero!!

http://www.tckipling.it/